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CHESSBOXING

For some it is a "sports oxymoron," the juxtaposition of two disciplines seemingly light years apart. Chess and boxing, in whatever order you take them, at first very superficial glance look like this: two lost galaxies in which on one you need brains, while on the other muscles count. But using both of them in a massive way, until now, was not required. Instead, it was putting them together, forcing them into a marriage that on paper seemed impossible, that gave the contours to a new, curious, spectacular and unique discipline. For the first time in the history of sports, two athletes ready to challenge each other are asked to stump their opponent first with their hands and immediately afterwards with their minds. It sounds like an easy feat, but it is not at all: the adrenaline of boxing, a sport par excellence made up of physical contact and strength, and immediately after the ability to find concentration in front of a chessboard, in the oldest and most diabolical game of strategy ever devised by man. The result is the exact meeting point of two forces, both fundamental in the ring as in life: the one that comes from exercise and the other, the one honed by the equally constant training of gray matter. It means having created a discipline that celebrates the greatest military strategists in history, those who were able to deploy and move armies around the battlefield before drawing their swords and going on the attack.

CHESSBOXING

Per qualcuno è un “ossimoro sportivo”, l’accostamento di due discipline all’apparenza distanti anni luce fra loro. Gli scacchi e la boxe, in qualsiasi ordine si prendano, ad una prima occhiata molto superficiale sembrano così: due galassie sperdute in cui su una serve il cervello, mentre sull’altra contano i muscoli. Ma usarli entrambi in modo massiccio, finora non era richiesto. Invece è stato proprio il metterli insieme, costringendoli ad un matrimonio che sulla carta sembrava impossibile, a dare i contorni ad una disciplina nuova, curiosa, spettacolare e unica. Per la prima volta nella storia degli sport, a due atleti pronti a sfidarsi è chiesto di mettere in difficoltà l’avversario prima con le mani e subito dopo con la mente. Sembra un’impresa facile, ma non lo è affatto: l’adrenalina della boxe, sport per eccellenza fatto di contatto fisico e forza, e subito dopo la capacità di trovare la concentrazione di fronte ad una scacchiera, nel più antico e diabolico gioco di strategia mai ideato dall’uomo. Il risultato è l’esatto punto di incontro di due forze, entrambe fondamentali sul ring come nella vita: quella che deriva dall’esercizio e l’altra, quella affinata dall’allenamento altrettanto costante della materia grigia. Volendo, significa aver creato una disciplina che celebra i più grandi strateghi militari della storia, coloro che erano capaci di schierare e spostare gli eserciti sul campo di battaglia prima di sguainare la spada e partire all’attacco.